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Nel tempo della morte di tutti gli assoluti, cioè di tutti gli innegabili, solo la negazione sembra restare salda e inamovibile sul trono della verità, fondamentalmente per il motivo che persino chi volesse negarla sarebbe costretto ad affermarla. L'insuperabilità della negazione apre uno scenario nel quale il negativo - ovvero ciò che si determina mediante negazione risulta inoltre-passabile. In questo testo si esplora la possibilità di un pensiero puramente positivo, capace di rapportarsi positivamente persino rispetto al negativo. Ma in termini esistenziali e antropologici il negativo equivale al dolore, alla morte e alla violenza; sicché guardare dal di fuori l'intero orizzonte del negativo significa distaccarsi anche dallo scenario dell'orrore che l'apocalisse tecnologica sta scatenando sulla vita dei mortali, e scorgere il senso puramente positivo di tutto ciò.